L'amore negato, del 1928, scritto dopo una parentesi di letteratura per l'infanzia, è l'ultimo romanzo di Maria Messina, il più pessimista e quello in cui forse si presenta una nuova lucidità, e un motivo nuovo; la ribellione, punita, al destino. Il destino - la «sorte» del realismo letterario siciliano - di due sorelle è percorso dalla fanciullezza all'età matura, ed è un destino invincibile di amore non trovato e di incapacità di amore. Ma, mentre la dolce Miriam - tipico personaggio di Maria Messina - l'amore insegue vanamente, senza mai osare di sperare in esso qualcosa di più di un'identità dimidiata, Severa - la sorella che si attira all'inizio ogni antipatia del lettore, per poi trascinarlo, sembra, attraverso il rimorso, a riflettere sul nulla che fu, e che è, di tante esistenze, della stessa esistenza, forse - con protervia aspira alla felicità. «Io avevo diritto alla felicità», urla senza pentimento di fronte alla sconfitta. E fa desiderare che il racconto della sua presunzione di donna, fosse il racconto di una più radicale e liberatoria ribellione .
L'amore negato, del 1928, scritto dopo una parentesi di letteratura per l'infanzia, è l'ultimo romanzo di Maria Messina, il più pessimista e quello in cui forse si presenta una nuova lucidità, e un motivo nuovo; la ribellione, punita, al destino. Il destino - la «sorte» del realismo letterario siciliano - di due sorelle è percorso dalla fanciullezza all'età matura, ed è un destino invincibile di amore non trovato e di incapacità di amore. Ma, mentre la dolce Miriam - tipico personaggio di Maria Messina - l'amore insegue vanamente, senza mai osare di sperare in esso qualcosa di più di un'identità dimidiata, Severa - la sorella che si attira all'inizio ogni antipatia del lettore, per poi trascinarlo, sembra, attraverso il rimorso, a riflettere sul nulla che fu, e che è, di tante esistenze, della stessa esistenza, forse - con protervia aspira alla felicità. «Io avevo diritto alla felicità», urla senza pentimento di fronte alla sconfitta. E fa desiderare che il racconto della sua presunzione di donna, fosse il racconto di una più radicale e liberatoria ribellione .